Scegli di curare le tue ferite

Scegli di curare le tue ferite

Giovanni 10, 10 ci dice che l’obiettivo del nemico è “rubare, ammazzare e distruggere”. Il diavolo non combatte in maniera leale. E non si arrenderà finché tu non sarai ferito a morte.

Forse stai affrontando un grave conflitto nella tua famiglia. Forse hai delle difficoltà nel matrimonio. Forse hai perso un figlio che si era ammalato di cancro. Quando il tuo cuore è spezzato a tal punto da sembrare non più risanabile, le ferite diventano più profonde. E anche se non tutte le ferite sono fatali, quando non guariscono, possono portarti alla morte.

Il dizionario definisce una ferita come “una lesione al corpo (derivante da violenza, incidente o intervento chirurgico) che solitamente comporta la lacerazione o la rottura di una membrana (ad esempio la pelle) e di solito produce un danno ai tessuti sottostanti”. Una ferita è più di un taglietto superficiale. Una ferita è così profonda da sfondare e penetrare nell’anima e nel cuore di una persona.

Forse sai come ci si sente a essere feriti dal divorzio, dall’abbandono, dalla bancarotta, dal vedere i tuoi figli soltanto due volte al mese o addirittura mai, o da una dipendenza che imperversa nella famiglia. Tutti noi abbiamo delle ferite che paiono impossibili da curare. Ma ecco la buona notizia: non è mai la volontà di Dio che la ferita ci uccida.

Gesù fu «trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti» (Isaia 53, 5). Gesù ricevette delle ferite mortali al Calvario, ma tre giorni dopo risuscitò dai morti. E quando le sue ferite mortali furono guarite, nacque la Chiesa e un intero mondo di persone fu cambiato.

Ho scoperto che molti di noi sono tentati di voler nascondere le proprie lotte. Abbiamo sperimentiamo cose tremende, ma non vogliamo farlo sapere. Così erigiamo una facciata rispettabile. Affettiamo un sorriso, diciamo le cose giuste e nascondiamo i fardelli. Vogliamo che quanti ci circondano pensino che abbiamo una vita perfetta, un matrimonio perfetto, una famiglia perfetta. Preferiamo fingere di essere tanto spirituali da essere immuni alle crisi.

So cosa vuol dire voler nascondere le cose brutte e ignorare la realtà di una famiglia in conflitto. Ma sarei uno sciocco se dicessi di non avere mai avuto problemi coniugali o familiari.

Dio vuole guarirti dalle tue ferite, ma tu devi permetterglielo. E prima di permetterglielo, devi ammettere la tua fragilità.

Ora questo non significa raccontare a tutti i tuoi follower su Facebook o Twitter ogni singolo dettaglio delle tue difficoltà, ma consegnare ogni cosa a Dio prima di tutto. Chiedigli di trasformarti, di guarirti, di liberarti dall’amarezza, dalla rabbia, dalla paura, dalla depressione o dalla disperazione.

Chiudi gli occhi e fai un respiro profondo.

Sentirai Gesù sussurrare: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo» (Matteo 11, 28).

Non sto dicendo che sarà facile. È un processo, che talvolta si rivela lungo. Noi cristiani del XXI secolo vogliamo ciò che è istantaneo. Siamo una generazione abituata al forno a microonde che desidera ricevere soluzioni ai problemi in trenta secondi netti. Devo darti una notizia flash: anche se Dio è certamente in grado di fornire la liberazione immediata, si tratta dell’eccezione, non della regola.

Quindi prega e continua a pregare. Credi e continua a credere. Perdona e continua a perdonare. Parla con un consulente, se la cosa può aiutarti. Segui un apposito programma con un certo numero di tappe. Leggi dei libri. Cerca parole sagge da persone che amano il Signore. Fai quello che serve per guarire la ferita.

Non possiamo trascurare uno dei risvolti della presenza di ferite: guariscono, sì, ma lasciano dietro le cicatrici.

Quando Gesù apparve ai discepoli dopo la risurrezione, mostrò loro due volte le cicatrici sul suo corpo. Tutto induce a pensare che lo fece intenzionalmente.

Le cicatrici non sono qualcosa di cui vergognarsi. Sono una testimonianza della capacità di Dio di guarire anche le ferite mortali.

Le cicatrici ricordano quanto le cose fossero brutte un tempo e come grazie a Gesù Cristo tu abbia vinto. Le cicatrici sono la prova che sebbene il nemico si sia sforzato tantissimo di distruggere te o la tua famiglia, nessun’arma fabbricata contro di te è riuscita nel suo intento (si veda Isaia 54, 17).

Le cicatrici dicono: Guarda, ce l’ho fatta.

Ne sono uscito vivo.

Sono guarito.

Sono ancora intero.

Imparare ad amare come se non si fosse mai stati feriti richiede il desiderio di guarire e la disponibilità a prendere dei provvedimenti per far sì che ciò accada. Parlerò di questo processo più avanti nel libro.

Anche se a volte richiede tempo, la guarigione può sicuramente arrivare; ciò che è stato rotto può essere ripristinato. Ho menzionato questo brano biblico nell’introduzione, ma vale la pena di ribadirlo. Prendi a cuore le seguenti parole: «La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte più viva, come la luce di sette giorni assieme, nel giorno che il Signore fascerà la ferita del suo popolo e guarirà la piaga da lui fatta con le sue percosse» (Isaia 30, 26).

Dio ti promette giorni più luminosi in futuro.

Dal libro "Ama come se non fossi mai stato ferito" di Jentezen Franklin

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